Un weekend difficile a Sepang.
Fin dalle FP facevo una gran fatica, perché non riuscivo a trovare la giusta aderenza.
Il mancato accesso alla Q2 ha complicato tutto ancora di più.
In qualifica non riesco a fare meglio della P14, e so già che saranno due gare in salita.
Nella Sprint riesco comunque a rimontare bene, e alla fine chiudo con una P6 che, per come si erano messe le cose, va più che bene.
Per la gara della domenica decidiamo di partire con la media all’anteriore, pensando che — con il caldo e la distanza — potesse aiutare a risolvere alcuni dei problemi che ci hanno rallentato.
Ma faccio ancora più fatica.
Non riesco a sorpassare, né a guidare come vorrei.
Una gara difficile, dove ho dato tutto ma non sono riuscito a esprimermi come volevo.
Ma domenica, onestamente, la gara passava in secondo piano.
Quando vedi due piloti trasportati via in elicottero e non sai come stanno, è davvero dura ritrovare la concentrazione per rimetterti in testa il casco.
Questo è il nostro lavoro: a volte è puro piacere, altre è davvero tosto.
E quindi, a gara finita, posso solo pensare a ciò che conta davvero adesso:
che José (Rueda) e Noah (Dettwiler) possano tornare presto tra noi.