Qatar, prima gara del mondiale 2018. Arriviamo carichi dopo i test positivi a Valencia e Jerez. Sappiamo di esser veloci, sto lavorando molto bene con la nuova squadra e so che possiamo esser tra i primi. Nelle qualifiche teniamo un bel passo, anche nella bufera di sabbia del venerdì. Sono sempre nei primi sei, e mi confermo anche nelle qualifiche. P6, si parte dalla seconda fila.
Nel warm up della domenica proviamo il passo gara. La pista ha un grande rettilineo, e quando passiamo tira un forte vento contrario. Sarà fondamentale restare nel gruppo e sfruttare le scie.
Si parte. Riesco a rimanere attaccato al gruppo, siamo in 15 tutti insieme. Solo a metà gara i primi due riescono a scappare ma dal terzo al decimo posto siamo li a giocarcela. Bagarre pazzesca, ci tocchiamo spesso perché arriviamo tutti insieme in fondo al rettilineo e nessuno molla. Ad un certo punto riesco a passare quattro piloti e mi trovo in terza posizione. Non ho il tempo di pensare a quello che sta succedendo, siamo tutti al limite. A fine rettilineo vengo risucchiato indietro, poi ritorno avanti. Inizio a pensare a come sfruttare l’ultimo giro per guadagnare posizioni. Mi trovo ad un certo punto a battagliare gomito a gomito con Diggia e Dalla Porta, sembra di esser tornati ai tempi del CIV.
Ultimo giro. Siamo tutti incollati. Ognuno cerca di portarsi avanti ma siamo tutti attaccati. Purtoppo tocco dentro con l’anteriore di un altro pilota, e scivolo. Non penso a niente, solo a risalire. Porto a casa un P14. Andare a punti alla prima gara non è male, ma per come si stavano mettendo le cose resta un po’ di amaro in bocca. Anche se, adesso che me la rivedo la gara, devo dire che è stata veramente una gran gara.