“Son le gare”. E’ quello che diciamo quando la gara non va come vorremmo.
Fino alla caduta era stato un week end davvero magico. La gara di casa, non mi sembrava vero di tornare nel mio letto a dormire la sera, avere il camion della mia squadra parcheggiato nella nostra officina, i miei amici e i tifosi che mi stavano preparando una sorpresa per quando sarei passato davanti alla tribuna.
Per gara di casa anche io avevo preparato una sorpresa, per il mio amico Bryan Toccaceli, che sta lottando dopo un brutto incidente in allenamento. Un casco bellissimo, con il suo cinghiale al posto del mio scorpione.
A Misano ci ho corso tante volte, in gara e in allenamento, ma arrivare davanti alla tribuna dove vedi le bandiere con il tuo nome fa un effetto strano. Ti carica a mille, sembra che la moto quando passava li davanti abbia una marcia in più.
Partivo dalla P6 e per come erano andate le prove potevo puntare alla prima fila, ma nei giri buoni delle qualifiche avevo sofferto un po’ di traffico.
Il team comunque aveva lavorato benissimo e sapevo che il passo gara era veramente forte.
Infatti dopo i primi giri riesco subito a portarmi davanti e comandare un gruppo che si sgrana a causa di una brutta caduta che butta fuori 5 piloti.
Restiamo in cinque, una bagarre sempre molto pulita.
Riesco a fare il ritmo, ma sento che il posteriore è difficile da controllare. Mi tocca davvero guidare al limite e staccare al massimo, una guida più da cinghiale che da scoprione. Quando mi trovo dietro faccio una gran fatica a restare nel gruppo e quindi mi riporto in testa.
A sei giri dalla fine la bagarre si intensifica, un cambio di ritmo che soffro.
Penultimo giro, staccata, apro forte e questa volta la moto non perdona, lei continua ad andare dritto, io sono per terra.
Dispiace, ma ho davvero dato il massimo e tornare indietro non si può quindi l’unica cosa che posso fare è rifarmi alla prossima gara.
Ad Aragon ci presenteremo belli carichi e con la voglia di dare sempre del gran gas.