Le Mans. L’anno scorso avevo raccolto i primi punti mondiali, mi fa strano pensare che adesso ci arrivo per restare nel gruppo di testa.
Nelle libere fatichiamo un po’ a trovare il giusto setting, ma in qualifica riesco a spingere bene. Qualche sbavatura nel giro veloce mi penalizza un pochino, riesco comunque a piazzarmi in seconda fila. Non male, da lì posso stare nel gruppo di testa e giocarmela.
Nel warm up vedo che riusciamo a tenere un buon passo, e questo mi carica per la gara.
Scegliamo una gomma diversa rispetto agli altri. Tutti montano la media, noi scegliamo la soft dietro. So che nell’ultimo terzo di gara il drop potrebbe penalizzarci, ma pensiamo che sia la scelta migliore.
E infatti dopo tre giri sono già nei primi a giocarmi il podio. Passo in testa, lotto quasi sempre con Martin, sul misto a volte riesce a passarmi, ma rispondo sempre e riesco a tornare in testa. Provo ad andare via ma non riesco. Sono al limite, so che ce la giocheremo all’ultima staccata. Ultimo giro, passo in testa. Arriviamo all’ultima curva e vedo Diggia che entra all’interno, mi passa, ma riesco ad incrociare e apro forte per ripassarlo. Forse troppo forte, la moto mi scalcia via e cado. Purtroppo faccio cadere anche Martin e la gara finisce a 200 metri dalla bandiera a scacchi.
Cadere fa sempre male, ma quando sei in testa e cadi all’ultima curva è davvero un boccone amaro da digerire.
Peccato. Mi spiace soprattutto per il team e per i miei tifosi, sarebbe stato davvero bello per tutti festeggiare con un altro podio, era lì vicinissimo. Ma queste sono le gare, una volta eviti per poco la caduta e la volta dopo non riesci a far nulla. Puoi solo pensare di rifarti alla prossima gara, al Mugello.
E anche li sarà battaglia, fino all’ultima staccata