Finalmente mi siedo. Dopo il vortice di questi tre giorni, dopo aver dato tutto in pista, dopo i salti dei festeggiamenti, mi siedo in aereo. Davanti a me, seduta e imbragata, la coppa della mia prima vittoria in MotoGP. Son stanchissimo ma non riesco a prendere sonno. Inizio a pensare alle altre coppe che ho a casa e in officina da mio babbo Vito. Sono tante, è da 18 anni che corro. Sognavo di vincere un campionato italiano, di arrivare a correre nel motomondiale e… di correre in motoGP.
L’anno scorso mi era servito per prendere la giusta confidenza con queste moto, e negli ultimi mesi, già dopo i test invernali, sentivo che quest’anno avrei potuto realizzare il mio sogno più grande, quello di vincere una gara nella classe regina.
Già dalle qualifiche le sensazioni erano buone. Con un bel giro in Q2 mi assicuravo la partenza dalla prima fila. Nella sprint race del sabato parto molto carico. Tanta bagarre nei primi giri, arretro un po’. Inizio la rimonta facendo bei sorpassi, cerco di cucire il gap con Binder che però è bravo a chiudermi la porta nelle ultime curve. Un fantastico secondo posto, che mi da la giusta carica per la gara di domenica
Quando ci svegliamo al mattino vediamo che piove e che probabilmente la gara sarà bagnata. Sulla moto3 e moto2 sul bagnato mi trovavo sempre bene, ma sulla motoGP ancora non avevo la giusta confidenza. Prima del warm up ero un po’ preoccupato, ma appena concludo il primo giro mi rendo conto di aver un gran passo e soprattutto una gran sensazione di tenuta.
Mi sento un tutt’uno con la moto, so che se guido pulito posso stare davanti
Semaforo rosso, parto bene. Dopo un paio di curve sono in testa. Non aver nessuno davanti sul bagnato è un buon vantaggio, cerco di sfruttarlo al massimo. Spingo ma senza strafare, guardo il tabellone. Inizio ad avere un buon gap, giro forte. Ho sei secondi dagli inseguitori, ma non posso mollare anche perché un calo di concentrazione in queste condizioni potrebbe costarmi caro
Ultimi giri, sono i più duri. Ripenso al 2018, alla mia prima vittoria in Moto3, sempre qui in Argentina, sempre in queste condizioni. Non finisce mai, dal muretto mi dicono di guidare dolce senza strappi. Vado avanti così, finalmente taglio il traguardo.
Un altro sogno che si avvera. Si festeggia alla grande, sono emozionato. Non capisco ancora bene cosa stia succedendo. Ma mi godo il momento, tra una intervista e l’altra, tra una pacca sincera che mi arriva dagli addetti ai lavori e tra la gioia infinita della mia squadra.
Che giornata! Sicuramente ci ho messo tanto del mio per poter realizzare questo sogno, ma so benissimo che senza il supporto della mia famiglia e di tutti quelli che hanno sempre creduto in me probabilmente questo sogno sarebbe rimasto nel cassetto. E penso che anche per Valentino, che di soddisfazioni ne ha avute tante, questo successo abbia un sapore particolare. Perché in fondo sa che senza di lui e alla Academy tutto questo non sarebbe stato possibile.
Adesso mi godo questa coppa, e non vedo l’ora di arrivare a casa e festeggiare con la mia fidanzata e i miei amici
Alla prossima!