Se venerdì, alla fine delle FP, qualcuno mi avesse detto che avrei fatto la pole, poi P4 nella Sprint e podio la domenica, lo avrei preso per pazzo.
Sapevo che quel 18º tempo del pomeriggio era dovuto a qualche inconveniente che ci aveva impedito di fare il time attack — la base c’era, ma qui in Austria per Aprilia non è mai stata facile.
Ci siamo messi sotto, fino a tardi in box.
E devo ringraziare anche Vale (Rossi), che mi ha dato tanti consigli e mi ha aiutato a trovare la quadra. È stato fondamentale.
Sabato vado forte già in Q1, poi in Q2 trovo il giro quasi perfetto.
Pole!
Impensabile fino a quel momento, anche perché il giro secco è sempre stato un po’ il nostro tallone d’Achille.
Ma nelle ultime gare ci abbiamo lavorato tanto e si iniziano a vedere i risultati.
Sapevo che nella Sprint avrei fatto fatica a tenere il passo delle Ducati.
Ho lottato per il podio, ma non sono riuscito a riprendere la KTM di Acosta e ho chiuso in P4.
Comunque contento, anche perché nel warm-up ero andato molto forte e avevo buone sensazioni per la gara.
Si parte. Tengo la testa, vado forte, sento bene la moto.
Riesco a tenere Marc (Marquez) a mezzo secondo, poi ho un piccolo problema e lui mi riprende.
Resisto al primo attacco, lo ripasso, c’è bagarre vera.
Alla fine mi ripassa e non riesco più a stargli vicino: ha quel passo in più.
Arriva Fermín (Aldeguer) come un missile e mi passa.
Tengo la terza posizione, la porto a casa. Bellissima gara, bel podio.
Mi avevano detto che qui in Austria non dovevo aspettarmi troppo, perché storicamente Aprilia su questa pista fa fatica.
Beh… direi che è andata meglio di quanto chiunque potesse immaginare.
Sono contento, perché dopo la pausa estiva siamo ripartiti subito alla grande.
E ora si torna subito in pista: prossimo weekend si corre in Ungheria, un circuito nuovo per tutti noi piloti.
Di sicuro, nessuno sa bene cosa aspettarsi…