Welcome to our family! Join us and be part of something extraordinary. Join the Fanclub and feel at home, together with Marco and his team. Join our FAN CLUB.
B MARCO or BEZ? SIMPLY THE BEZ!"Simply the Bez" represents the fact that I am simply myself, without masks or forced attitudes. I put passion and authenticity in everything I do, both on the track and in everyday life.
E My journey: from 12 to 72I started racing with the number 12, my date of birth (November 12). A number I am very fond of and that I have tattooed on my hand. When I started racing in the MotoGP, the 12 was already taken, so I chose 72, which I am equally attached to today because it marked the evolution of my path.
Z VR46 ACADEMYBeing part of the VR46 Academy is a real privilege. Here I grew up as a rider and as a person, surrounded by those who share my same passion. Together, we have always kept alive the authenticity and team spirit that make us unique.
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It was not an easy weekend, in fact, probably one of the most complicated since the beginning of the season. Unfortunately, starting behind in this MotoGP immediately complicates everything for you: if you’re not in front, you’re forced to chase, to work twice as hard to get half the result. Yet, there are also positive things to take home from this race.
The second half gave me so much charge. Lap after lap I started to feel better, more comfortable, more “in tune” with the bike. I started riding the way I like, having fun, pushing. I made good overtakes, good braking, I recovered … and when it happens like that, even if you’re fighting for positions that don’t fully satisfy you, it triggers something inside you.
Too bad about that one lap down, because I was catching up hard on Jack (Miller) and maybe I could have gone for it. Maybe the result didn’t change, but another attack I would have pulled it out, for sure. And it’s those things that stay in your head after the race: not so much the placing, but the feeling. And those, today, at the end, came back good.
Of course, we need to fix things upstream. Qualifying remains our weak spot. With the new tire, the bike moves so much, it’s much more nervous, and I struggle to find the right limit. I want to push, but I can’t push too hard, otherwise I risk throwing the lap away. It’s a difficult balance to find: pushing without pushing too much. At that stage there, the bike is not yet “mine,” and this is also reflected in the first few laps of the race.
We are working to make the bike more stable, more precise. I know that as soon as we can make a step there, everything will change. Because when I can find rhythm and confidence, I can play with the top guys.
Now head to the next one. There’s more work to be done, more filing, but I’m taking this second half of the race home, because it reminded me how good it is to fight. And I want to go back to it right away.
Close The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. Il weekend in Argentina era iniziato nel modo giusto. Durante le libere mi sono sentito subito bene, il ritmo c’era e sono riuscito ad accedere direttamente in Q2. Ma quando si è trattato di spingere per il giro secco, sono tornate fuori alcune difficoltà. Sul passo riesco a guidare bene, ma nel time attack, quando devo davvero stressare la moto, faccio ancora fatica a tenerla sotto controllo. Così sono partito dalla P9, non certo la posizione ideale.
Nella Sprint del sabato, però, è andata meglio. Ho chiuso in P6, con bei sorpassi e devo dire che mi sono anche divertito. Sentivo di poter portare a casa un buon risultato anche nella gara della domenica, ma purtroppo ho sbagliato in partenza. Ho frenato troppo tardi alla prima curva e ho toccato Fabio Quartararo, compromettendo non solo la mia gara, ma anche la sua.
Mi dispiace davvero tanto per l’errore, soprattutto nei confronti del mio team e dei miei tifosi. Quando succedono episodi del genere, rimuginarci sopra non serve a nulla. Preferisco concentrarmi su quanto di buono ho fatto fino ad ora e lavorare per migliorare dove ancora faccio fatica. So che manca davvero poco per riuscire a stare stabilmente con i primi e darò tutto per fare quel passo avanti.
Ad Austin ci aspetta uno dei weekend più duri dal punto di vista fisico, ma voglio affrontarlo al massimo per accorciare il gap e dimostrare tutto il potenziale che stiamo esprimendo gara dopo gara.
Il weekend in Argentina era iniziato nel modo giusto. Durante le libere mi sono sentito subito bene, il ritmo c’era e sono riuscito ad accedere direttamente in Q2. Ma quando si è trattato di spingere per il giro secco, sono tornate fuori alcune difficoltà. Sul passo riesco a guidare bene, ma nel time attack, quando devo davvero stressare la moto, faccio ancora fatica a tenerla sotto controllo. Così sono partito dalla P9, non certo la posizione ideale.
Nella Sprint del sabato, però, è andata meglio. Ho chiuso in P6, con bei sorpassi e devo dire che mi sono anche divertito. Sentivo di poter portare a casa un buon risultato anche nella gara della domenica, ma purtroppo ho sbagliato in partenza. Ho frenato troppo tardi alla prima curva e ho toccato Fabio Quartararo, compromettendo non solo la mia gara, ma anche la sua.
Mi dispiace davvero tanto per l’errore, soprattutto nei confronti del mio team e dei miei tifosi. Quando succedono episodi del genere, rimuginarci sopra non serve a nulla. Preferisco concentrarmi su quanto di buono ho fatto fino ad ora e lavorare per migliorare dove ancora faccio fatica. So che manca davvero poco per riuscire a stare stabilmente con i primi e darò tutto per fare quel passo avanti.
Ad Austin ci aspetta uno dei weekend più duri dal punto di vista fisico, ma voglio affrontarlo al massimo per accorciare il gap e dimostrare tutto il potenziale che stiamo esprimendo gara dopo gara.
Close The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. Il weekend in Argentina era iniziato nel modo giusto. Durante le libere mi sono sentito subito bene, il ritmo c’era e sono riuscito ad accedere direttamente in Q2. Ma quando si è trattato di spingere per il giro secco, sono tornate fuori alcune difficoltà. Sul passo riesco a guidare bene, ma nel time attack, quando devo davvero stressare la moto, faccio ancora fatica a tenerla sotto controllo. Così sono partito dalla P9, non certo la posizione ideale.
Nella Sprint del sabato, però, è andata meglio. Ho chiuso in P6, con bei sorpassi e devo dire che mi sono anche divertito. Sentivo di poter portare a casa un buon risultato anche nella gara della domenica, ma purtroppo ho sbagliato in partenza. Ho frenato troppo tardi alla prima curva e ho toccato Fabio Quartararo, compromettendo non solo la mia gara, ma anche la sua. Mi dispiace davvero tanto per l’errore, soprattutto nei confronti del mio team e dei miei tifosi. Quando succedono episodi del genere, rimuginarci sopra non serve a nulla. Preferisco concentrarmi su quanto di buono ho fatto fino ad ora e lavorare per migliorare dove ancora faccio fatica. So che manca davvero poco per riuscire a stare stabilmente con i primi e darò tutto per fare quel passo avanti. Ad Austin ci aspetta uno dei weekend più duri dal punto di vista fisico, ma voglio affrontarlo al massimo per accorciare il gap e dimostrare tutto il potenziale che stiamo esprimendo gara dopo gara. Close The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. The blog. 
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"Simply the Bez" represents the fact that I am simply myself, without masks or forced attitudes. I put passion and authenticity in everything I do, both on the track and in everyday life.
I started racing with the number 12, my date of birth (November 12). A number I am very fond of and that I have tattooed on my hand. When I started racing in the MotoGP, the 12 was already taken, so I chose 72, which I am equally attached to today because it marked the evolution of my path.
Being part of the VR46 Academy is a real privilege. Here I grew up as a rider and as a person, surrounded by those who share my same passion. Together, we have always kept alive the authenticity and team spirit that make us unique.
